Foto di Luca Bellarosa)
Orme dei dinosauri
L’unicità di Altamura è attestata anche da migliaia di impronte di dinosauri che sono state scoperte nel 1999, al di fuori della città nella cava De Lucia, in Via Santeramo. Oltre 25.000 impronte di almeno 5 specie diverse di dinosauri sono state conservate nel fango nella zona Pontrelli di Altamura. Lo strato stratigrafico risale probabilmente al periodo Cretaceo, più precisamente al periodo Santoniano (83,5 – 85,8 milioni di anni fa). È la scoperta più importante e meglio conservata in Italia ed in Europa.Il clima in Puglia, durante quel periodo di tempo, era molto diverso daquello di oggi: un clima tropicale, molto più caldo. Ciò ha consentito la conservazione delle impronte; esse furono asciugate dal sole prima di essere coperte da altri strati calcarei. Si può immaginare che questi animali si spostassero su una sorta di pianura fangosa, un fango carbonato chiaro in cui hanno lasciato le loro impronte, anche abbastanza profonde. In alcune impronte è possibile vedere i fori dove il fango è rimasto attaccato al piede del dinosauro. In alcuni casi, si può vedere l’articolazione del piede o le pieghe della pelle. Le impronte che sono state studiate finora sono state attribuite ai dinosauri ornitischi, probabilmente ornitopodi (con tre dita).I Marginocephalia e iThyreophora non sono esclusi. Tutti questi dinosauri sono erbivori. Si presume che questi dinosauri fossero più piccoli rispetto ai loro coetanei. L’area in cui vivevano era geograficamente isolata. Pertanto, vi era meno spazio e necessità per loro di evolversi tanto enormi come gli altri dinosauri.Le impronte sono importanti perché possono fornire informazioni su diversi aspetti: l’apparato scheletrico del movimento, la postura, la camminata, il comportamento, e le preferenze di velocità e ambientali dei dinosauri. Il sito offre anche un contributo alle ricostruzioni paleo-ambientali e paleo-geografiche. Infatti ha fatto cambiato la precedente assunzione di una regione in parte sommersa che si pensò fosse la Murgia tanti milioni di anni fa. I dinosauri hanno bisogno di un ambiente ampio e stabile al fine di trovare cibo a sufficienza. La cava è un candidato per la lista del patrimonio mondiale dell’UNESCO. Le impronte lasciate dai dinosauri nella cava De Lucia, non possono essere visitate per il momento perchè saranno sottoposte a lavori di restauro e speriamo che siano incluse in un parco archeologico ad hoc.Impronte di dinosauri sono state scoperte in varie località in Italia (Liguria, Veneto, Toscana, Campania, Sardegna). Per esempio, nel sito Icnologico di Lavini di Marco (Rovereto, regione di Trento), impronte e tracciati relativi a più di 200 dinosauri del periodo Giurassico (Lias periodo, circa 200 milioni di anni fa) sono stati rilevati.Tuttavia, la cava De Lucia, con le sue migliaia di impronte è un sito unico. Anche se sono rimaste intatte per milioni di anni, purtroppo negli ultimi 14 anni hanno subito solo degrado e deterioramento e necessitano quindi un intervento urgente di restauro. L’espropriazione della cava da parte della Soprintendenza dei Beni Culturali, annunciata nel 2011, è finalmente avvenuta. Speriamo solo che la gravità di abbandono durato anni (e ancora in corso), possa cessare e un serio lavoro di salvaguardia possa iniziare subito per evitare che le numerose impronte subiscano ulteriori atti di vandalismo e di erosione dovuti agli agenti atmosferici.
Dinosaur footprints
The uniqueness of Altamura is also attested by thousands of dinosaur foot prints that have been discovered in 1999 outside the city, in De Lucia quarry, in Via Santeramo. Over 25.000 foot prints of at least 5 different species of dinosaurs have been preserved in the Altamura mud. The stratigraphic layer probably dates back to the Cretaceous period, more precisely the santonian period (83,5 – 85,8 million years ago). It is the most important and best preserved discovery in Italy and in Europe.
The climate in Apulia, during that time period, was very different from today’s one: a tropical climate, much warmer. This permitted the conservation of the prints; they were dried by the sun before they were covered by other calcareous layers. One can imagine these animals moving around on a sort of muddy plain, a clear carbonate mud in which they left their imprints, quite deep even. In some foot prints it is possible to see the holes where mud was taken attached to the foot of the dinosaur. In some cases, one can see the articulation of the foot or the folds of the skin. The footprints that have been studied so far have been ascribed to the ornithischian dinosaurs, probably ornithopods (with three toes). Marginocephalia and thyreophora are not escluded. All of these dinosaurs are herbivores. It is assumed that these dinosaurs were smaller than their contemporaries. The area in which they lived was geographically isolated. Therefore, there was less room and need for them to evolve as enormous as other dinosaurs.
The prints are important because they can give information about different aspects: the skeletal motor apparatus, posture, the walk, behavior, speed and environmental preferences of dinosaurs. The site also offers a contribution to paleo-environmental and paleo-geographic reconstructions. Infact it changed the previously assumption of a partially submerged region that was thought to be the Murgia millions of years ago. Dinosaurs need a large and stable environment in order to find enough food. The quarry is a candidate for UNESCO’s world heritage list. The footprints left by dinosaurs in the De Lucia quarry,cannot be visited for the time being as they will be shortly undergo restoration work and hopefully they are expected to be included in an ad-hoc archaeological park. Dinosaur footprints have been discovered in various places in Italy (Liguria, Veneto, Tuscany, Campania, Sardinia). For instance, at the ichnological site of Lavini di Marco (Rovereto, Trento region), footprints and trackways related to over 200 dinosaurs from the Jurassic period (Liasperiod, about 200 millions years ago) have been detected. However, the De Lucia Cave, with its thousands of footprints is a unique site. Although they had remained intact for so many years they started to deteriorate in the last 14 years and so a urgent action needed to be taken. The expropriation of the quarry by the Superintendence of Cultural Heritage, announced in 2011, has finally occurred. Let’s just hope that the severity of neglect lasted years (and still ongoing) may come to an end and serious work can start to prevent the numerous foot prints from undergoing more vandalism and erosion due to the atmospheric agents.
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